L’EQUILIBRIO DEL CAVALLO – 2^ Parte
L’interazione tra cavallo e cavaliere
Immaginiamoi ora l sistema neuro-muscolare, applicato ad un cavallo che si presenta traversato, dove i quattro arti appoggiati al suolo intervengono, ognuno in un modo diverso, a seconda di come percepiscono la stabilità attraverso le afferenze. Il cavallo percepirà come condizione di equilibrio naturale, quella scompensata dalla distribuzione non corretta dei pesi e quindi si muoverà in una condizione costantemente instabile.
L’interazione tra cavallo e cavaliere
Immaginiamoi ora l sistema neuro-muscolare, applicato ad un cavallo che si presenta traversato, dove i quattro arti appoggiati al suolo intervengono, ognuno in un modo diverso, a seconda di come percepiscono la stabilità attraverso le afferenze. Il cavallo percepirà come condizione di equilibrio naturale, quella scompensata dalla distribuzione non corretta dei pesi e quindi si muoverà in una condizione costantemente instabile. Ciò è dovuto alla memoria muscolare, che si sviluppa in considerazione dell’attività monolaterale costantemente innescata dal movimento intraversato. Questo, di per se, non sarebbe un grosso problema se considerassimo quel cavallo in libertà nel suo habitat naturale, ma se dovesse essere montato e quindi gravato anche del peso del cavaliere, quella condizione di disequilibrio potrebbe avere conseguenze fisiologiche importanti, come patologie alle articolazioni degli atri maggiormente sovraccaricati di peso e quindi, normalmente, gli anteriori.
Dopo aver fatto una panoramica dei diversi fattori che compromettono la posizione di equilibrio del cavallo, consideriamo adesso per un attimo la presenza del cavaliere. Anche per il cavaliere valgono tutti i principi sopra esposti sulla ricerca dell’equilibrio, e quindi anche noi, come il cavallo, attiviamo tutti quei sistemi neuro muscolari attivati dalla percezione delle afferenze, che ci permettono di mantenerci dritti in equilibrio. Pensiamo ora alla nostra percezione dell’equilibrio e confrontiamola con la nostra propriocezione, fondamentale nel controllo del movimento, perchè rappresenta l’interpretazione personale della posizione del proprio corpo nello spazio, in relazione all’attività muscolare, anche senza il supporto visivo.
Anche per noi, la distribuzione dei pesi durante il movimento, non è del tutto uguale sui due piedi, ed a seconda della nostra postura assumiamo diverse posizioni del corpo. Da qui la nostra memoria muscolare ci mantiene in una forma di equilibrio considerando la nostra postura. Siamo sempre in un equilibrio precario. Quando montiamo su un cavallo in disequilibrio, i molteplici fattori che concorrono alla ricerca dell’equilibrio sinergico tra i due corpi, cercano di compensare continuamente il disequilibrio, che ogni corpo genera nell’altro, innescando così un circolo vizioso che non porta all’isodinamica. In questa situazione, dal cavallo si possono ottenere delle fughe, dovute ad eccessi di perdita di equilibrio sugli anteriori, pericolose anche per il cavaliere e difficoltà di flessioni del cavallo relative alle girate verso destra o verso sinistra, a seconda del traversamento, che è dovuto alla contrazione muscolare che si concentra sul quel lato. Dal cavaliere inesperto, che non si accorge di questo problema di equilibrio, si ottiene solamente sfiducia nei confronti del cavallo e molto spesso atteggiamenti non molto corretti nei confronti dell’equide, al quale viene data la colpa di non essere collaborativo. Oltre a questo problema, non meno importanti saranno i problemi fisiologici relativi agli eccessi di peso concentrati sulle articolazioni, che a lungo andare creeranno zoppie ed altre patologie agli arti.
Il cavallo deve essere valutato da un esperto, al fine di constatare la sua condizione di equilibrio naturale e di intraprendere un percorso ginnico-formativo e di preparazione, che possa condurlo ad un corretto addestramento. Terminato questo lungo percorso, bisognerà fare i conti con la preparazione adeguata del cavaliere, che si dovrà mettere in gioco, valutando la sua attitudine equestre, nella ricerca di un’equitazione più ragionata sulla strada dell’isodinamica equestre, al fine di ottenere la sincronizzazione nei movimenti di due corpi separati.